OpenData, alcuni passi avanti

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un interessamento globale nei confronti degli OpenData.

opendataIl 18 giugno del 2013 i big del G8 firmarono la carta dei dati aperti (open data charter) con lo scopo di definire principi strategici per migliorare la qualità e la quantità dei dati aperti nei paesi membri del G8.

carta dei dati aperti

In Italia, a poco alla volta, sempre più amministrazioni si stanno attrezzando per valorizzare il proprio patrimonio informativo pubblico.

Il progetto Open Data Census Italia permette il monitoraggio della situazione dei dati aperti su scala nazionale attraverso i principali dataset:

  • trasporti in tempo reale

  • budget annuale

  • spese

  • risultati elettorali

  • qualità dell’aria

  • orari trasporti

  • edifici pubblici

  • statistiche criminalità

  • contratti pubblici

  • ispezione sanitarie alimentari

  • incidenti stradali

  • permessi di costruzione

  • richieste di servizio (richieste di interventi da parte dei cittadini)

  • permessi attività commerciali

  • registro imprese

“L’attuale situazione socio-economica e l’opportunità di sviluppo e di competitività che un utilizzo sistemico delle tecnologie digitali possono portare, impongono di non considerare più tali tecnologie beni strumentali ma leve di innovazione e di politica economica. In tal senso la Digital Agenda for Europe [1] e l’Agenda Digitale Italiana [2] considerano l’uso pervasivo delle tecnologie ICT come opportunità per fornire sviluppo, occupazione e benessere sociale.

In tale ottica, i dati pubblici delle amministrazioni, che solo fino a poco tempo fa avevano un ruolo funzionale al perseguimento dei compiti istituzionali delle amministrazioni, assumono una differente valenza in termini di stimolo dell’economia digitale, sviluppo dell’innovazione e trasparenza amministrativa. Essi rappresentano un patrimonio cui corrisponde un valore economico che deve essere necessariamente considerato come volano per lo sviluppo del mercato, per la nascita di nuove figure professionali e per il supporto alle decisioni di ogni organo politico, anche locale, così come accade in altri Paesi.

Le pubbliche amministrazioni devono favorire i processi di innovazione sociale in tutte le forme, creando presupposti di conoscenza, partecipazione ed innescando cicli virtuosi che possano produrre idee, servizi, modelli di gestione e di business innovativi ed alternativi. Non è possibile cambiare i servizi (e le strutture) delle amministrazioni con un processo solo endogeno senza stimoli ed interazioni con gli utenti; al tempo stesso le informazioni che le amministrazioni raccolgono, trattano e organizzano devono ritornare in forma elementare ai cittadini.

In tale scenario, risulta cruciale avviare opportune politiche di valorizzazione dei dati pubblici attraverso la definizione di una strategia nazionale e di linee guida che implementino tale strategia e indirizzino tutte le amministrazioni verso un processo di produzione e rilascio dei dati standardizzato e interoperabile su scala nazionale.”

 


Pubblicato

in

da