Come altre potenze industriali del mondo occidentale, anche l’Italia ha creato il proprio piano nazionale per l’industria 4.0.
L’industria 4.0 è considerata la quarta rivoluzione industriale per via dell’impiego di macchine intelligenti, interconnesse tra loro e con pieno accesso al web.
Come ci spiega il documento, fanno parte di questa rivoluzione le seguenti tecnologie abilitanti:
- Robot di ultima generazione collaborativi e facilmente programmabili
- Stampa 3D
- Realtà aumentata per il supporto ai processi produttivi
- Simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi
- Integrazione ed analisi delle informazioni lungo tutta la catena del valore dal fornitore al consumatore (integrare le informazioni su determinati prodotti prelevati direttamente dai social in modo da migliorare la qualità produttiva)
- Comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti
- Gestione di enorme mole di informazioni su sistemi aperti
- Sicurezza su web
- Analisi dei dati (BigData) per migliorare i processi operativi, direzionali e strategici
In realtà buona parte delle suddette tecnologie erano già presenti anche prima che si parlasse di industria 4.0.
L’abbattimento dei costi e la facilità di accesso a queste tecnologie giustificano il termine rivoluzione.
Come in tutte le rivoluzioni ci saranno cambiamenti sistemici sia sulla produzione e sia sul lavoro; chiunque volesse opporsi a questo scenario è molto probabile che verrà, prima o poi, tagliato fuori dai mercati. L’obiettivo quindi è quello di cogliere queste opportunità il prima possibile.
I benefici attesi, per chi investe nell’industria 4.0, sono molto incoraggianti:
- flessibilità
- velocità di produzione, dal prototipo alla produzione in serie
- produttività, riducendo i fermi macchina, tempi di setup e riduzione errori
- qualità, diminuendo gli scarti grazie all’impiego di sensori che monitorano in tempo reale la produzione
- competitività del prodotto sfruttando l’IoT